Il fondatore dell'azienda Bianco è sfato Pietro, nato nel 1882, il quale fin da giovane si è occupato della conduzione della piccola realtà agricola ad indirizzo viticolo e zootecnico. Con l'avvento della prima guerra mondiale, è stato richiamato alle armi e di conseguenza sono stati anni molto difficili nella gestione dei terreni.
Il figlio Angelo, dal quale l'azienda ha preso il nome, ha continuato a fasi alterne e, con varie vicissitudini, fino al termine della seconda guerra mondiale, il lavoro dei vigneti e dei seminativi. La vera svolta nella specializzazione a carattere vitivinicolo è avvenuta verso la fine degli anni '50 con l'acquisto di nuove vigne, impiantate a varietà Barbera e la vinificazione totale di tutta l'uva prodotta, un tempo venduta come tale.
Agli inizi degli anni 70, con il riconoscimento della DOC Barbera d'Asti, Angelo ha iniziato ad imbottigliare le prime bottiglie e a venderle per lo più a privati. Con l'insediamento del figlio Piero ad inizio anni '80, è stato sviluppato un nuovo concetto di vinificazione estremamente legato al singolo vigneto e quindi alle caratteristiche che lo stesso avrebbe potuto apportare al prodotto finale. Ogni suolo ed esposizione, infatti, hanno iniziato a giocare un ruolo fondamentale per la scelta del vino da produrre; il primo esempio classico è stata l'etichetta "Colle San Zeno", vale a dire la prima Barbera vinificata chiaramente in purezza ed affinata in piccole botti di rovere.
Ad oggi sono quasi 6 gli errori vitati, quasi tutti impiantati a Barbera, con una percentuale restante di Pinot nero, Nebbiolo, Dolcetto, Freisa e Manzoni bianco (Riesling renano x Pinot bianco). Vengono prodotte circa 15000 bottiglie, cercando di rispettare rappezzamento di provenienza e sfruttandone al meglio ogni qualità che può apportare al vino. Il vigneto e il conseguente lavoro meticoloso in cantina permettono di seguire ogni fase del processo, dalla potatura secca alla vendemmia, dalla fermentazione alcolica alta tarchiatura, dall'affinamento in legno al rimbottigliamento.
Tradizione e tecnologia sono i due principali tasselli, da cui, mai, ci si deve separare.
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