Nasce dai vigneti di 18 comuni del Sud Astigiano e scala le classifiche internazionali.
Vale 14 milioni di euro. È una Docgtutta Astigiana, piccola ma non troppo, che nell'anno della pandemia è cresciuta del 4%. Il Nizza docg vendemmia dopo vendemmia sveste i panni della matricola e scala le classifiche internazionali del vino.
"È il simbolo dell'orgoglio ritrovato di una terra. La forza di un vitigno straordinario che in questi 18 comuni del Sud Astigiano è storia e tradizione; futuro ed innovazione allo stesso tempo": orgoglio che si percepisce chiaro parlando con Gianni Bertolino, il presidente della Produttori Nizza. Un vino dal valore aggiunto che non è solo narrazione, ma conto economico. "Il prezzo medio delle bottiglie di Nizza docg, in Enoteca Regionale a Nizza Monferrato, è 22 euro aggiunge Bertolino Questo ci fa capire come investire in qualità non passi mai di moda".
Se il valore medio delle bottiglie è un dato che ha pochi eguali per le Docg astigiane, c'è un altro numero che sorprende tutti, tranne i produttori: "Nel 2020, nell'anno della pandemia, siamo cresciuti del 4% arrivando a quota 635 mila bottiglie prodotte annota Bertolino . Il nostro mercato di riferimento, nazionale ed internazionale, è l'horeca (Hotellerie Restaurant Café ndr). In un anno funesto siamo riusciti a crescere: un'iniezione di fiducia per tutto il comparto".
Gianni Bertolino guarda ai passi fatti in questi anni con soddisfazione. "Siamo nei seminari delle associazioni sommelier di mezzo mondo. I ristoranti ormai hanno una pagina di soli Nizza docg nelle loro carte del vini - prosegue -. In più i monopoli del Nord Europa non indicono tender (procedura d'acquisto) senza inserire la nostra denominazione". Un percorso che vuole sempre più mettere al centro il vigneto. "È il luogo dove tutto inizia. Dove parte una filiera della qualità che senza uve di pregio non potrebbe mai decollare. Abbiamo mappato le terre dei 18 comuni di produzione. Un maestro del settore come Alessandro Masnaghetti, ha censito ogni meandro di questa terra. Oggi sappiamo quali sono i trii della nostra denominazione. Sappiamo scegliere una collina rispetto ad un'altra partendo da dati certi, scientifici". Il prossimo passo è regolamentare la zonizzazione: "La possibilità di indicare il ero o il comune di produzione. Questo mentre continuano a puntare su un altra "differenziazione" interna: quella del Nizza Riserva". Studi. Investimenti. Ricerca. Tutto per arrivare ad un obbiettivo: portare i 240 ettari potenziali di Nizza docg in piena produzione. Vorrebbe dire 1,5 milioni di bottiglie. Un traguardo più che raggiungibile se pensiamo che i Nizza escono sul mercato dopo minimo due anni dalla vendemmia". Raggiungibile grazie anche ad investitori che arrivano dall'Albese. "Non è un segreto che grandi cantine abbiano acquistato vigneti nell'area del Nizza dichiara Bertolino - Questo ha generato interesse e fatto crescere il valore dei vigneti". Appezzamenti di Barbera, vitigno alla base del Nizza docg, arrivati ad essere quotati tra i 60 ed i 100 mila euro. "Basse rese, 70 quintali per ettaro, che possono generare giusta remunerazione a chi produce uve - chiosa Gianni Bertolino . La nostra è una denominazione che cresce con la sua terra d'origine. Si promuove grazie ad un lavoro corale fatto da vignaioli e produttori".