da patriziacantini.it - 26 febbraio 2018 -
Il Monferrato è protetto dall'Unesco, e i suoi vigneti sono bellissimi. All'interno di questo paesaggio fantastico si trova la Docg Nizza, una piccola e prestigiosa denominazione che ha voluto avere la propria "mappa". La Mappa del Nizza, uno dei più moderni strumenti di rappresentazione di un territorio vitivinicolo, è stata presentata sabato 24 febbraio presso il Foro Boario di Nizza Monferrato, alla presenza di un folto pubblico di giornalisti, produttori e appassionati che sono accorsi per vedere da vicino i cru del Nizza. La Mappa sottolinea la volontà di crescere di questa giovane Docg, che con la vendemmia 2014 è passata da essere una sottozona della Barbera Superiore d'Asti a rappresentare una denominazione a se stante, con caratteristiche proprie. I produttori ci hanno sempre creduto, e hanno compiuto tutto i passi per arrivare a questo riconoscimento, lavorando sulla qualità del prodotto, impegnandosi nel farlo conoscere in Italia e all'estero, per poi finalmente arrivare a chiedere una denominazione che ha riconosciuto l'unicità di questo vino e ne ha fissato regole e confini.?
Anche se contiamo ancora piccoli numeri, siamo il vino prodotto con uve Barbera che più è cresciuto in termini percentuali negli ultimi anni, afferma con soddisfazione Gianni Bertolino, presidente dell'Associazione Produttori del Nizza, che conta 51 aziende associate. E i numeri di questa crescita sono importanti. Da un punto di vista di ettari vitati, nel triennio 2015-2017 quelli iscritti all'albo della Docg Nizza sono aumentati del 50% ogni anno, arrivando intorno ai 200 ettari, precisa Bertolino, sono meno di un terzo di quelli stimati come potenziale della denominazione, che si aggira intorno ai 700-750 ettari.
Dal punto di vista degli ettolitri di Nizza Docg prodotti, anche in questo caso il triennio 2015-2017 sta segnando crescite di circa il 45% all'anno. Nel 2017 gli ettolitri prodotti sono stati 8.754, contro i 5.978 dell'anno precedente.
Una denominazione in forte ascesa e molto vivace, dunque, anche grazie a un gruppo coeso di produttori e di un cambio generazionale avvenuto in tempi recenti che vede a dirigere gran parte delle aziende giovani imprenditori, animati da spirito di iniziativa e di una gran voglia di far apprezzare sempre di più il Nizza in Italia e nel mondo.
La realizzazione della Mappa del Nizza rientra in questa volontà dei produttori di dare agli operatori e agli appassionati un ulteriore strumento di conoscenza del territorio. Per questo l'Associazione l'anno scorso si è rivolta ad Alessandro Masnaghetti di Enogea per mappare il proprio territorio, evidenziandone i cru e le loro peculiarità.
Masnaghetti non è certo nuovo a questo tipo di lavoro, visto che ha già realizzato una trentina di mappe tra Italia e Francia (Médoc e Sauternes) e che da un paio di anni sta lavorando in Napa Valley con Antonio Galloni di Vinous. I vitivinicoltori piemontesi per primi hanno percorso la strada delle mappe che si basano su un lavoro capillare, per arrivare ad avere una visione di insieme di una determinata zona di produzione.
Per realizzare la Mappa del Nizza ci sono voluti molti mesi di lavoro, durante i quali Masnaghetti ha battuto il territorio palmo a palmo e ha incontrato i produttori. Secondo Masnaghetti, la tradizione locale è l'elemento fondamentale per delimitare i confini di un cru, perché sono proprio coloro che hanno vissuto il territorio da generazioni che hanno la memoria storica dei toponimi e delle posizioni delle vigne. Altro elemento importante per arrivare a definire estensione e morfologia di un cru è il paesaggio, perché proprio i cambiamenti di paesaggio e di vegetazione danno indicazioni importanti sulla tipologia di suolo e di conseguenza segnano dei confini, dei mutamenti.
Uno studio affascinante, dunque, che non equivale a una zonazione ma che fotografa in maniera precisa il territorio di produzione del Nizza, con i suoi 18 Comuni. E un nuovo importante strumento per promuovere un territorio bellissimo tutelato dall'Unesco.