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Rassegna stampa
VINO. IL NIZZA DOCG RICONOSCIUTO ANCHE DALLA UE. «VIVA IL NIZZA DOCG E, PER FAVORE, CHIAMIAMOLO SOLO COSÌ»

- da Sapori del Piemonte -

Un iter piuttosto lungo, oltre 18 anni dalla prima dichiarazione, quasi cinque anni di “etichettatura transitoria” e alla fine il sospirato riconoscimento dall’Unione Europea che ci mette il timbro e dice che sì, il vino Nizza può fregiarsi della docg, la più alta denominazione di qualità d’Italia. E il sospiro di sollievo dei produttori del Nizza docg si sente tutto in questa nota stampa che pubblichiamo. Buona lettura. 

«Questo è l’ultimo atto di un lungo iter che ha visto come protagonisti tutti i produttori del Nizza Docg, uniti nella consapevolezza di avere un grande vino, che aveva diritto ad avere una propria denominazione di origine controllata e garantita». Queste le parole con le quali il presidente dell’Associazione Produttori del Nizza, Gianni Bertolino ha commentato l’appena avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del riconoscimento comunitario del Nizza Docg. Bertolino ricorda tutte le tappe di questo lungo iter, da quell’anno 2000 che, grazie all’opera di un primo nucleo di produttori, vide la nascita della sottozona Nizza all’interno della denominazione Barbera d’Asti Superiore. Ma quei produttori sapevano perfettamente che questo era solo il primo passo, perché il fine ultimo condiviso da tutti era appunto quello di ottenere una denominazione propria.

Gianni Bertolino

«E’ stato un percorso lunghissimo – ricorda ancora Bertolino – e forse nessun’altra denominazione italiana ha dovuto attendere così tanto, ma ne è valsa la pena. La Docg Nizza è finalmente arrivata con la vendemmia 2014 e le prime bottiglie sono uscite a partire dal 1° luglio del 2016. Grazie ai nostri sforzi, alla tanta comunicazione fatta e al grande favore ricevuto fin dall’inizio da parte della stampa specializzata nazionale e internazionale, il Nizza Docg è ormai considerato da tutti una realtà ben definita».

Michele Chiarlo

Il primo presidente dell’Associazione, fondata nel 2002, è stato Michele Chiarlo, che oggi si dichiara «soddisfattissimo, abbiamo faticato tanto ma abbiamo ottenuto quello che meritavamo. Adesso il Nizza Docg passa dalla porta principale e può andare avanti sicuro sulla sua strada».

Gianluca Morino

Anche Gianluca Morino, che ha retto l’Associazione come presidente per ben tre mandati dal 2005 al 2014, esprime tutta la sua soddisfazione: «Auspico che il riconoscimento europeo sia il punto di partenza per un’autonomia forte del Nizza Docg, che si fonda sulla coesione dell’Associazione».

Mauro Damerio

Mauro Damerio, presidente dal 2014 dell’Enoteca Regionale del Nizza, si unisce alla gioia dei produttori: «Ho vissuto fianco a fianco dei produttori questi ultimi cinque anni di attesa, ma sapevamo che questo era l’unico punto di arrivo possibile. Adesso tutti noi possiamo continuare a lavorare con serenità».

Filippo Mobrici

Infine, Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, si congratula con i produttori sottolineando che «il Consorzio e le aziende hanno dato il massimo per ottenere questo importante riconoscimento, frutto di un complesso e articolato lavoro che oggi ha consentito al Nizza di fregiarsi di un marchio di qualità garantita riconosciuto in tutto il mondo».

Il riconoscimento dell’Unione Europea (che pone fine al regime di etichettatura transitoria previsto in questi casi) dunque dà ufficialità a un vino già ampiamente riconosciuto dai mercati e molto apprezzato dai consumatori. Ne sono conferma la crescita esponenziale degli ultimi anni nel numero dei vigneti rivendicati a Nizza Docg (oggi sono circa 200 su un potenziale stimato di 720) e delle bottiglie prodotte, che con la vendemmia 2018 raggiungono quasi il mezzo milione di unità. Le aziende associate ormai sono 60 e la loro determinazione ha fatto nascere, nel 2018, la Mappa del Nizza realizzata da Enogea di Alessandro Masnaghetti, frutto di un lavoro che si è svolto nell’arco di tre anni e che ha dato vita a uno strumento scientifico per l’individuazione chiara dei cru del territorio.

Il 2019 si è dunque aperto alla grande per tutti i produttori del Nizza Docg, e Bertolino conclude rivendicando il lavoro svolto da quel folto gruppo di vignaioli che «ha lavorato incessantemente per quasi un ventennio al riconoscimento dell’unicità dei propri vigneti».

E allora, W il Nizza Docg e, per favore, chiamiamolo semplicemente così.