Da saporidelpiemonte.net Pubblicato il 25/02/2018 Filippo Larganà -
Un successo indiscutibile, senza se e senza ma. La presentazione, sabato 24 febbraio 2018, delle mappe del Nizza docg, la prima mappatura del territorio dei 18 Comuni attorno a Nizza Monferrato nellAstigiano, in cui si coltiva luva barbera che, secondo un severo disciplinare, diventa Nizza docg, ha avuto una rilevanza mediatica e di pubblico enorme.
Il Foro Boario di Nizza Monferrato si è affollato come raramente è dato vedere.
Sul palco, da relatori, i protagonisti del grande rosso che nasce da selzionati grappoli di barbera: il presidente dellassociazione del Nizza docg, Gianni Bertolino, il presidente del Consorzio della Barbera e dei Vini del Monferrato, Filippo Morbici che è anche al timone di Piemonte Land of Perfection superconsorzio che raggruppa gli enti consortili del vino piemontese; Massimo Fiorio, parlamentare astigiano alla sua ultima legislatura, vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera, padre del Testo Unico sul Vino e da molti indicato come nuovo presidente del Comitato Nazionale Vini (la nomina dovrebbe arrivare dopo le elezioni politiche del 4 marzo); Piero Ratti, già presidente del Consorzio del Barolo e del Barbaresco e figlio di quel Renato Ratti indimenticato direttore del Consorzio dellAsti; Gianni Fabrizio della guida del Gambero Rosso e Alessandro Masnaghetti, ingegnere nucleare che si è laureato proprio lanno del referendum con il quale lItalia disse no alle centrali («Il mio tempismo non fu proprio perfetto» ha ironizzato), giornalista, degustatore e divulgatore di vini, editore, con la sua Enogea. delle mappe di prestigiose aree vitivinicole in Francia e in Italia.
Tutti riuniti davanti a una platea attenta per parlare del Nizza docg e della sua mappa firmata Enogea che per la prima volta mette nero su bianco vigneti, località, appezzamenti, filari, toponomastica e storia delle colline del Nizza docg.
Un evento che è stato definito rivoluzionario, una svolta epocale, ma che comunque sia è la naturale evoluzione di un percorso di qualità, di certificazione e soprattutto di consapevolezza delle proprie potenzialità e capacità.
Nei loro interventi tutti i relatori, da Fiorio a Masnaghetti passando per Ratti che ha portato la testimonianza dellarea del Barolo e del Barbaresco che già si fregia delle Menzioni Geografiche Aggiuntive, hanno sottolineato come sia vitale per un vino a docg costruire la propria carta didentità attraverso strumenti che ne certifichino lorigine, il territorio e il paesaggio insieme alla storia dei luoghi e degli uomini e delle donne che in quei luoghi vivono e lavorano. È una verità talmente sacrosanta, detta e ridetta, da apparire banale e che, tuttavia, resta lapalissiana, logica, razionale e giusta.
La folla che ieri ha ascoltato i con attenzione anche i saluti del giovane sindaco di Nizza Monferrato, Simone Nosenzo, e dellassessore regionale allAgricoltura della Regione, Giorgio Ferrero, ha testimoniato, finalmente, un vero atto damore verso un vino che non è solo un prodotto, ma è cultura, storia, passione, mercato, reddito, perfino contrasti quando questi servono per crescere e non per dividere.
Un buon segnale, insomma, non solo di speranza, anche di intelligenza.
Ora, però, si attendono altri segnali. Cè da promuovere sempre di più la Barbera dAsti, regolare le troppe doc piemontesi alcune francamente inutili, supportare gli autoctoni da quelli più performanti a quelli che potrebbero diventarlo, cè da aumentare la collaborazione tra consorzi del vino, cè da lavorare per una docg del Moscato Canelli sulla scorta della docg del Nizza, da far risalire in vendite e immagine lAsti docg dolce che è stato, è e resta un vino unico troppo malmenato dagli interessi di finanza che col territorio hanno nulla a che fare, cè da aumentare a livello dignitoso il reddito agricolo dei vignaioli (di tutte le tipologie) che sono gli unici che stanno davvero con i piedi per terra e sanno di cosa si parla quando si disquisisce di vigne, uva e colline oggi Patrimonio dellUmanità, ma da sempre patrimonio e tutelate da loro.
Ci sarebbe anche da far capire alle Istituzioni pubbliche che il Piemonte è terra di vino, ma il visitatore che ci arriva non lo percepisce molto e ci sarà pure un perché.
Intanto, però, godiamoci la mappa del Nizza docg. Una favola che è diventata realtà e punto di partenza grazie al lavoro e alla perseveranza di tanti e che, speriamo, come ha anticipato a SdP Alessandro Masnaghetti, avrà anche una versione digitale, magari scaricabile su smartphone e tablet. Per ora gli appassionati avranno la versione cartacea, 7 euro, formato simile A4, da richiedere allEnoteca regionale di Nizza Monferrato che ha sede nel bel Palazzo Crova, nel cuore del centro storico della capitale della Barbera e del Nizza docg.
Un buon inizio per conoscere, capire, condividere e gustare un grande vino e la sua piccola grande patria.